una piattaforma liquida su crisi
climatica, interazioni antropoceniche e transizione ecologicaun progetto di
MUSE Museo delle Scienze Trento ideato e curato da
Stefano Cagol
➭ Performance: 25
ottobre 2022 H 15
@ Museo delle Palafitte del Lago di Ledro
museo del network MUSE
➭ Incontro
pubblico: 26 ottobre H 18:30
@ MUSE, sala Grande Vuoto
E’ arrivata in
Trentino Nezaket Ekici per realizzare
una nuova performance.
L’artista turco-tedesca definita dalla stampa come la “degna
erede di Marina Abramović” della quale è stata allieva, nota per le sue
oltre 250 azioni all’attivo, è stata invitata
dal MUSE Museo delle Scienze di Trento nell’ambito di “We Are
the Flood | Noi siamo il diluvio”, il progetto, ideato e
curato da Stefano Cagol,
che utilizza i linguaggi delle arti per riflettere sulle
complesse questioni dell’Antropocene. Mercoledì 26
ottobre alle 18:30 nella spettacolare sala centrale l’artista Nezaket Ekici ha
dialogato con Stefano
Cagol e il pubblico raccontando la performance attraverso
immagini e introducendo al proprio metodo di lavoro.
La performance
di Nezaket Ekici, svoltasi al Museo delle palafitte del Lago di Ledro, è stata pensata appositamente. In un’ora
intensa del pomeriggio alpino, l’artista ha interagito in
silenzio con un lungo e pesante tronco d’albero che richiamava
le antiche palafitte dell’Età del bronzo scoperte nel lago. Il
tronco contemporaneo era coperto da strati di spesso feltro
colorato, simbolo della distanza assunta dall’essere umano dalla
natura, ma l’artista lo ha lentamente liberato dando vita a
intense visioni scultoree, rilasciandolo infine nell’acqua,
nuotando per un tratto con esso nel freddo lago in una simbolica
ricongiunzione con l’ambiente.
«È una riflessione, spiega Cagol,sul modo in cui agiamo
nella natura. C’è un atteggiamento comune all'uomo di oggi
come di 4.000 anni fa, da un lato creativo e ingegnoso e
dall'altro prepotente, che al Lago di Ledro possiamo leggere
nella presenza originaria di ben oltre 10.000 palafitte
conficcate nel fondo del lago come emblematiche del nostro
impatto sul pianeta a partire da allora, segni primordiali
dell'Antropocene».
“We are the Flood” di MUSE torna a
dialogare con la storia dopo la mostra estiva nello spazio
archeologico della Tridentum sotterranea. Al Lago di Ledro,
Nezaket Ekici ha instaurato un dialogo stretto con il luogo e
con il passato più lontano per innescare una riflessione sul
nostro presente e il nostro futuro. Attraverso un’attitudine
performativa concettuale, Ekici vuole far capire qual è la posta
in gioco per l'umanità. Lavora per trovare nuovi modi di vivere
a partire dalle esperienze interculturali che fanno parte del
suo DNA e da diverse tradizioni, culture e comportamenti. In
questo caso, il
confronto è con l’umanità preistorica e i suoi
atteggiamenti, con queste popolazioni dell’Età del bronzo che
hanno lungamente abitato le Alpi creando insediamenti
palafitticoli. Al centro
dell’attenzione anche l’acqua, che Ekici ha portato
all’interno delle sue opere performative già oltre 25 volte e
rappresenta senza dubbio uno degli elementi cardine della sua
ricerca, con un duplice carattere: generativo e distruttivo.
Ricordiamo “Fountain” in cui celebra l’acqua come vita divenendo
una sorta di Madre Natura dispensando preziosa acqua da sacche
ricolme, o “Water to water” in cui s’innalza monumentale in un
iconico abito rosso sopra un lago per mettere in scena un
simbolico processo di purificazione dell’acqua. La scorsa
primavera, il MUSE per “We are the Flood” a Palazzo delle Albere
aveva mostrato il video della performance realizzata da Ekici in
Israele nel Mar Morto, dove galleggiava immobile con il volto
pericolosamente immerso nell’acqua. Nella stessa occasione,
un’immagine fotografica evocava anche la performance a quattro
mani eseguita da Ekici e Shahar Marcus nel Deserto del Negev,
facendo scorrere la sabbia come una clessidra. Sempre al fianco
di Marcus, a Berlino si è fatta seppellire sotto una tonnellata
di pietre.
Biografia
Nata nel 1970 a
Kirsehir in Turchia, Nezaket Ekici vive a Berlino e Stoccarda e
nella sua ventennale carriera ha realizzato oltre 250 performance dal vivo
in 170 città e 60 nazioni, e partecipato a una quindicina
di biennali – tra cui Venezia (2007), Curitiba (2009) e Bangkok (2020). Recentemente ha
fatto parlare di sé per la sua partecipazione con una performance
della durata di 80 oreal Sakıp Sabancı
Museum di Istanbul nella grande mostra
“FLUX” sulla ricerca
di Marina Abramović.