una piattaforma liquida su crisi
climatica, interazioni antropoceniche e transizione ecologicaun progetto di
MUSE Museo delle Scienze Trento ideato e curato da
Stefano Cagol
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19 novembre 2022 H 18:30: Conferenza
Julie Reiss “Arte nell'Antropocene – Dialogo su
teorie e pratiche per un futuro desiderabile"
In conversazione con lo scienziato MUSE Carlo Maiolini e Stefano Cagol
Trento Scienza Grandi Eventi
Con il supporto di IBSA Foundation for Scientific Research
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19, 20 novembre 2022: Masterclass
Julie Reiss “Art, theory and practice in the
Anthropocene”
Participants:
Eleonora Ambrosini, Eduardo De Maio, Francesca Fattinger,
Pamela Frasson, Angela Fusillo, Marco Gentilini, Nicoletta
Grillo, Lisa Guerra, Angela Miceli, Paola Monardo, Isabella
Nardon, Jacopo Noera, Leonardo Panizza, Edoardo Spata, Maria
Chiara Wang.
Lessons:
(Re)Defining the Roles of the Artist;
Sharing Agency with the Non-Human World;
Dissolving Boundaries Between Humans and Nature;
Ecofeminism and Water Protection;
“Slow Violence” and Environmental Justice;
The “Toxic Sublime” and the Post-Human Landscape;
Hyperobjects for Artists;
Artistic Transformations of Scientific Data.
Supported by IBSA Foundation for Scientific Research
WE ARE THE FLOOD di MUSE – Museo delle scienze,
la piattaforma liquida su crisi climatica, interazioni
antropoceniche e transizione ecologica che coinvolge il pubblico
sui temi dell'Antropocene grazie al linguaggio e
all'interpretazione offerta dall'arte contemporanea realizza la
sua prima masterclass, che viene tenuta
da Julie Reiss, tra
i maggiori esperti in America di arte e Antropocene. La masterclass si è svolta nelle giornate del
19 e 20 novembre, rivolta a una platea di 15 giovani artisti e
curatori selezionati tramite open call. I selezionati sono: Eleonora Ambrosini,
Eduardo De Maio, Francesca Fattinger, Pamela Frasson, Angela
Fusillo, Marco Gentilini, Nicoletta Grillo, Lisa Guerra, Angela
Miceli, Paola Monardo, Isabella Nardon, Jacopo Noera, Leonardo Panizza,
Edoardo Spata, Maria Chiara Wang.
Nell'ultimo
decennio, Julie Reiss
ha concentrato la propria attenzione sul ruolo che l'arte può
svolgere nel cambiare i paradigmi e nel sensibilizzare
l'opinione pubblica sulla crisi climatica, dando alle stampe nel
2019 il volume, a sua cura, “Art, theory and practice in the
Anthropocene” (Vernon Press). Studiosa pioniera dell'arte
installativa, è autrice anche di “From margin to center: the
spaces of installation art”, uscito nel 1999 per MIT Press.Recentemente ha
diretto un programma di master in arte moderna e contemporanea
presso Christie's Education, New York. Attiva nell'insegnamento
a livello universitario, nella progettazione di programmi
accademici, nell'educazione museale, nella scrittura e nella
curatela, è PhD in storia dell'arte.
«Dalla prima Giornata della
Terra del 1970, gli artisti di tutto il mondo hanno rivolto
sempre più la loro attenzione alle questioni ecologiche, creando
opere d'arte che affrontano le minacce a un futuro sostenibile,
tra cui l'impatto della perdita di biodiversità, l'innalzamento
del livello dei mari, gli eventi meteorologici estremi,
l'inquinamento da plastica e la fragilità dei nostri ecosistemi
condivisi, in particolare sulle comunità più vulnerabili.
Attraverso l'arte pubblica e partecipativa e mostre in contesti
istituzionali locali e internazionali, gli artisti
sensibilizzano sulla necessità di agire collettivamente, creando
punti tangibili di impegno pubblico. Oltre a richiedere
un'azione immediata e sostenuta, indicano percorsi di resilienza
e adattamento, offrendo talvolta soluzioni concrete e immediate.
Gli artisti mettono in discussione le visioni del mondo che
hanno portato alle sfide odierne e suggeriscono alternative
concettuali agli approcci antropocentrici e coloniali alla
natura. Attraverso le loro opere d'arte amplificano le iniquità
storiche e l'urgente necessità di giustizia ambientale e sociale
per i gruppi sottorappresentati. Invitano gli spettatori alla
partecipazione e all'azione collettiva e, attraverso questo
processo, espandono il nostro potenziale di empatia e aumentano
a lunga scadenza il nostro essere proattivi.» Julie Reiss
MUSE, tra i musei più visitati d’Italia, ha un
ruolo importante nella comunicazione e diffusione della cultura
ambientale oltre che scientifica, negli ultimi anni ha
sviluppato un think tank Antropocene e si è spesso confrontato
con i linguaggi dell’arte contemporanea, venendo anche premiato
dall’Italian Council (9. edizione). Questa posizione di
avamposto si consolida ora con WE ARE THE FLOOD, che nasce dalle
urgenze attuali e dall'esigenza irrinunciabile di sondare e
decodificare tematiche ambientali, virali, climatiche sempre più
complesse attraverso l'arte contemporanea e ambisce a radicare
un noi condiviso per creare una nuova consapevolezza dell'oggi e
immaginare modi di esistenza diversi.